
Degenerazioni retiniche
Corpi mobili vitreali e distacco posteriore di vitreo
Con il passare degli anni e più precocemente in occhi miopi, il corpo vitreo tende a liquefarsi e a formare dei piccoli agglomerati fibrillari, i cosiddetti corpi mobili vitreali, responsabili della spiacevole e molto diffusa sensazione di vedere “mosche volanti” (miodesopsie).
Evento tipico della mezza età, anch’esso più frequente e precoce in soggetti miopi, è il distacco posteriore di vitreo, in cui la ialoide posteriore perde il contatto con il tessuto retinico. Tale fenomeno può essere rapido o lento, completo o incompleto, sintomatico o asintomatico a seconda delle forze di trazione e di adesione tra vitreo e retina.
Nella maggior parte dei casi il distacco posteriore di vitreo determina l’insorgenza di mosche volanti (miodesopsie), associata o meno alla sensazione di vedere lampi di luce (fosfeni), dovuti alla trazione diretta della ialoide sul tessuto retinico.
Al soggetto che presenta miodesopsie e/o fosfeni è consigliato un controllo urgente del fondo oculare. La formazione di una rottura si può verificare con una incidenza stimata dagli studi tra il 10 ed il 20% dei casi sintomatici.
Una volta diagnosticato un distacco posteriore di vitreo, accertata l’assenza di complicanze sopravvenute e l’eventuale necessità di trattamento, a discrezione dell’oculista può essere consigliato un controllo del fondo oculare a circa un mese di distanza.
Degenerazioni retiniche periferiche e rotture retiniche
La retina periferica, più sottile perché meno ricca in cellule e vasi rispetto al centro, può presentare anch’essa dei rapporti anomali con la corteccia del corpo vitreo. Degenerazioni o trazioni vitreoretiniche importanti possono determinare la presenza di aree di maggior fragilità retinica o rotture retiniche vere e proprie.

Esistono differenti tipi di degenerazione retinica periferica, alcuni dei quali più frequentemente associati a specifici difetti refrattivi. La presenza di una degenerazione retinica periferica è diagnosticata dall’oculista attraverso l’esame del fondo oculare in midriasi (dilatazione pupillare), spesso eseguito con una particolare lente a contatto dotata di specchi per poter raggiungere aree più periferiche. Differenti degenerazioni retiniche presentano un rischio differente di evoluzione verso rotture o fori retinici.
L’oculista, nella valutazione del trattamento, considera molteplici fattori tra cui sintomi, trazione residua, dimensioni e localizzazione della degenerazione, errore refrattivo, stato del cristallino, storia familiare. Il trattamento indicato è il barrage laser a isolare l’area di interesse. In assenza di indicazioni al trattamento, le aree di degenerazione periferica vengono seguite nel tempo per valutare l’eventuale insorgenza di complicanze.
Le rotture ed i fori retinici che si formano in assenza di degenerazioni retiniche periferiche predisponenti sono in genere sintomatiche, conseguenti a un distacco posteriore di vitreo ed è indicato il loro trattamento laser.
In assenza di un trattamento laser tempestivo, rotture retiniche e fori periferici possono essere associati a distacco di retina perilesionale più o meno esteso. Il trattamento laser in questi casi è più difficile e può essere inefficace, con conseguente necessità di intervento chirurgico.
